fonte: Slow Food

Slow Food promuove, insieme a numerose altre associazioni, durante il corso del 2001, una campagna di sensibilizzazione del formaggio a latte crudo che prevede degustazioni ed eventi organizzate dalle sue 600 condotte del mondo ed una raccolta di adesioni al Manifesto attraverso il suo sito internet (è sufficiente inviare una e-mail a lattecrudo@slowfood.it con il vostro nome e cognome, città e nazione di provenienza, più la frase "io mangio il formaggio a latte crudo"). Le adesioni raccolte da Slow Food e dalle altre associazioni coinvolte nella campagna, saranno consegnate ad esponenti del Parlamento Europeo durante Cheese 2001, nel corso del convegno internazionale "La qualità si vede a latte crudo" venerdì 21 settembre alle ore 10.


Manifesto Slow Food in difesa del formaggio a latte crudo

Il formaggio a latte crudo è molto più di un cibo meraviglioso, è l'espressione autentica di una delle migliori tradizioni gastronomiche. E' un'arte e uno stile di vita. E' una cultura, un patrimonio e un paesaggio amato. Ed è in pericolo di estinzione! In pericolo perché i valori che esso incarna sono in contrasto con la sterilizzazione e la omogeneizzazione dei prodotti alimentari massificati.
Noi facciamo un appello a tutti gli amanti della buona tavola nel mondo, nella speranza che rispondano prontamente in difesa di questa nobile tradizione casearia. In difesa, cioè, di quel che per secoli ha regalato bontà e piacere e provveduto al sostentamento e che oggi rischia di perire per mano dei nuovi controlli igienici imposti globalmente dalle leggi della grande produzione.
Noi facciamo un appello affinché vengano abolite tutte le leggi discriminatorie dell'Unione Europea, del WTO, della Food and Drug Administration e di molti altri enti governativi del mondo, che restringono arbitrariamente la libertà del cittadino/consumatore di scegliere e acquistare questi formaggi, cercando di minare inesorabilmente le fonti di sostentamento degli artigiani che li producono.
Noi deploriamo il tentativo delle autorità competenti di imporre standard proibitivi di produzione, nel nome della protezione della salute del consumatore.
Noi crediamo viceversa che imposizioni di questo tipo finiranno per ottenere esattamente l'opposto di ciò che si sono prefissate. La salute batteriologica dei nostri prodotti caseari non pastorizzati è infatti azzerata da procedure di sterilizzazione troppo zelanti. Allo stesso tempo la salute degli esseri umani rischia di essere seriamente compromessa da una dieta a base di soli alimenti sterili. Se cessa di essere continuamente "sfidato", infatti, il nostro sistema immunitario smette di funzionare, rendendo inefficaci le cure mediche.
Inoltre tutte le proprietà organolettiche del formaggio vengono salvaguardate dalla non-pastorizzazione.
Noi facciamo pertanto un appello a coloro che hanno in loro potere la salvaguardia della diversificazione e complessità dei nostri cibi regionali e la salute e il benessere delle nostre comunità rurali: agite ora e individuate un sistema di regolamentazioni che sia appropriato, flessibile e adatto a una realtà variegata come questa, che assicuri controlli adeguati e che manifesti una disposizione positiva verso il futuro di questa nobile tradizione.
Badate che, una volta che questi saperi tramandati per generazioni, queste abilità uniche e il senso di responsabilità che questa cultura richiede vadano perduti, essi non si potranno mai più riguadagnare.

©2001, Slow Food